La roggia Gerenzana, storico corso d'acqua

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Nello scorso articolo abbiamo analizzato la storia ed il percorso del corso d'acqua in questione nel tratto che scorre in zona 3. Vediamo ora quali sono le sue tracce in zona Quattro.
Iniziamo dalle Cinque Giornate. Il 19 marzo 1848, dopo una scaramuccia all'osteria della Senavra, nuovi insorti, all'osteria dell'Angelo (attuale angolo tra viale Premuda e via Marcona) si rifugiarono nei campi circostanti; la roggia Gerenzana, prosciugata, diventò una trincea, fucili in braccio, occhi sulle mura, attenti al minimo movimento. E al calar del buio tutti si ritirarono a Calvairate e Monluè.

Proseguiamo con piazza Insubria. La roggia l'attraversa in diagonale (non dimentichiamo che in origine la piazza era solo un ampio spiazzo sterrato) e si dirige verso sud-est in direzione dell'attuale via Venosa.
Ebbene, nel cortile dietro via Sebino, via Carabelli e via Resnati, fino a poco tempo fa scorreva all'aperto un tratto della roggia (e forse scorre tuttora). Il motivo del condizionale si ricollega ad un episodio avvenuto almeno dieci anni or sono, quando io ed altri soci cercammo di informarci su quel tratto. Chiedemmo così a due persone del quartiere: l'una ci disse che il tratto era completamente asciutto, mentre l'altra rispose, testualmente: "son sempre lì che pescano!".
Or, difficile capire a quale credere; se qualche residente vorrà cortesemente aggiornarci al proposito gliene saremo grati; essendo infatti proprietà privata non abbiamo modo di accedervi.

Passiamo ora al tratto più noto della roggia: quello che congiunge via Venosa e via Tertulliano. Esso è stato per lungo tempo oggetto di scarico di detriti e macerie varie, poi per un certo periodo è stato ripulito costantemente. Una sua costante manutenzione darebbe una connotazione bucolica al passaggio adiacente la cascina Boffalora.
A questo punto la roggia prosegue attraversando il viale Puglie, dal quale cavalcavia è possibile intuirne il percorso seguendo il filare di alberi (tipico dei corsi d'acqua della nostra pianura) che la accompagna nella zona a monte di via Verne.

I recenti lavori per la realizzazione di una strada di servizio vicino a piazza Bologna hanno portato alla vista un'area, prima coperta da un rigoglioso bosco, dove prosegue il tragitto della nostra roggia. Dopo di che, essa attraversa la via Sulmona e si dirige verso Rogoredo, ed a tale proposito cito un documento dei Progettisti Associati, che comunica di avere ricevuto in data 7 febbraio 1999 l'incarico da parte della società Città 2000 S.p.A. di provvedere alla "Progettazione esecutiva e di dettaglio della tombinatura del cavo Taverna e della roggia Gerenzana interessanti il P.P.ZRU3 (Piano Particolareggiato della Zona di Ridefinizione Urbana, ndr) Rogoredo-Paullese in Milano", e di avere eseguito il lavoro. In sostanza, la roggia attraversa anche l'area dell'ex Acciaieria Redaelli.
A questo punto la roggia lascia il territorio cittadino per dirigersi, come detto, verso San Giuliano Milanese. Vi è tuttavia un'altra notizia storica, di notevole spessore, che voglio qui ricordare in quanto, pur non essendo avvenuta in Milano, ebbe per la città una importanza innegabile.

Parliamo della battaglia di Marignano (altro nome di Melegnano), svoltasi nella Piana dei Giganti (nei pressi di Zivido, borgo medioevale ottimamente conservato) nel 1515 tra francesi e svizzeri, e strettamente correlata alla difesa di Milano dagli invasori d'oltralpe; essa prese anche il nome di Battaglia dei Giganti.
Una delle aree coinvolte nella battaglia fu senz'altro quella delle chiese di Sant'Eusebio e di Santa Maria della Vittoria (ed annesso monastero). Ebbene, come risulta da una cartina del 1889, che descrive la situazione nel 1639, il territorio di quest'area, (intendendo con questo anche la facciata della chiesa della Vittoria) è attraversato dalla roggia Gerenzana, che fu quindi silenziosa testimone della famosissima battaglia.